Il Cardo e il Decumano
L’anziana donna entrò nell’ombra della tenda e si sdraiò su un divano, tra pellicce ed alambicchi ribollenti. Un acre odore di pelle, spezie ed essenze profumate colse la bambina che l’accompagnava, mentre i suoi occhi curiosi penetravano le tenebre di quel mondo magico. La donna fece un cenno alle guardie appostate all’ingresso:
“Non vi preoccupate, e andate a riposare, a quanto pare anche stanotte è passata nella pace e nel silenzio, come le precedenti sedici, da quando l’Alto Magistrato di Drakis ha diramato l’avviso.
Una notte di veglia.
Sono riusciti a toglierci la vita senza ucciderci, apparentemente.”
Un sorriso stanco, qualche passo e un momento di quiete, seduta sul tappeto imbottito della tenda.
“Larissa, portami la tisana, da brava, e anche quel mazzo di carte che vedi sul ripiano. Ecco, proprio quello.”
La bambina muta, ripresasi dal suo torpore trasognato, si diresse al braciere, recuperò la brocca e, lesta, le carte dal mobile adiacente. Posò il recipiente di fronte all’anziana, le carte sul proprio grembo e attese il consueto rituale dell’assaggio.
La donna prese un piccolo cucchiaio di tisana e glielo porse. Larissa sorbì senza capire, come faceva da ormai diversi giorni; era lontana dalla città, le mancavano i suoi genitori, poveri contadini, ma qui mangiava molto bene e l’inverno, nella calda tenda, le pesava di meno. Solo non capiva dove fossero finite Nira e Tilda, le amiche del villaggio con cui aveva iniziato questo viaggio.
La donna la squadrò per un attimo, poi si versò una tazza di liquido denso.
“La tua è una vita in fondo semplice, e sono sicura che, nel tuo piccolo, sei felice. Felice perché libera da responsabilità e priva della consapevolezza.
È la consapevolezza che rende le persone tristi, le persone come me. Ti hanno insegnato a temere il lupo, l’orco e l’uomo del mare, e hanno fatto bene, perché’ sono senza dubbio pericolosi. Però il vero pericolo viene dall’aere sottile, dal silenzio, dalle parole non dette, dai passi nella neve che non lasciano traccia. E puoi riconoscerlo dall’odore, il puzzo della paura, che ti attanaglia giorno dopo giorno, ed erode il tuo coraggio, anche quando è grande. Curiosamente lo stesso coraggio con cui si affronta l’orco o l’uomo del mare, non è sufficiente contro queste insidie invisibili, capisci?
È questa la consapevolezza. Eppure, nonostante ci logori, dobbiamo, e vogliamo, sapere.”
Porse alla bambina un sottile ago di avorio. Larissa sapeva cosa fare. Si punse il dito in profondità e il sangue inizio a gocciolare sulle ginocchia coperte di piccole macchioline marroni, e sulle carte. Tarocchi di Korns, oramai macchiati di sangue rappreso, e resi appiccicosi e logori dal lungo utilizzo. La bambina nemmeno attese l’ordine e meccanicamente iniziò’ a disporre le carte.
Il tono dell’anziana si fece duro e al contempo suadente:
“Brava, componi il Cardo e il Decumano, ecco, orientali bene verso di te. Sei consapevole, Larissa, che ti sto dando un’ultima possibilità, vero? Voglio vedere e voglio comprendere, ma solo tu, sciocca innocente, mi puoi aiutare a bucare la Tenebra. Ora guardami, dritto negli occhi, e un’ultima volta, svelami Chi, o Cosa, è Lui!”
Gli occhi della donna erano due braci che incutevano timore e potenza. La bambina però non sembrava minimamente scossa e fissava quello sguardo dardeggiante come se fosse stato di acqua cheta. I Tarocchi erano correttamente posizionati, a faccia in giù. Faticò un poco nello smuovere il bordo della prima carta, intrisa di sangue, e dopo alcuni secondi la capovolse, puntandola verso il proprio cuore. La donna corrucciò la fronte in uno sforzo di concentrazione.
“L’Imperatrice. C’è un monarca, una donna, che dirige e imprime potenza sul destino di Lui. È una relazione basata sulla paura e sul sospetto, giacche’ è la prima carta al termine del Decumano, con le spalle alle Mura. Il vigliacco non la serve con il cuore, anzi, quando può fugge da lei. Oltre le Mura, al di là della Città, c’è la Foresta, è lì che scappa, il luogo dove si ristora e si fortifica. Ma dove sarà? È un indizio ben povero. Qui su Aartha abbiamo solo un Imperatore ed è principio solare e maschile, i Tarocchi non possono mentire.”
Come in preda ad una trance, Larissa sollevò la seconda carta. Questa era meno umida della precedente, praticamente intonsa. Era una carta che, verosimilmente, era rimasta coperta dal resto del mazzo. Forse, mai estratta.
“Il Bagatto. Per Risha! C’è un Mago, con il suo tavolo impossibile a tre gambe e i suoi ammennicoli e la volontà di potenza divina. E stringe l’Imperatrice verso le Mura e la Foresta, tagliandole la strada al Cuore: ora vedo perché’ Egli non la serve. Ai Suoi occhi, il Mago è molto più importante. Che sia il suo padrone? O il suo mandante? È un individuo che esercita potere su di Lui, ma di una natura non affatto chiara. Arrivare a questo Mago è la chiave: lui potrebbe fermarLo. Devo sondare le mie fonti domani, un Mago legato a doppio filo ad un’Imperatrice…temo non siano di questo mondo, altrimenti lo saprei. Ma se non sono di questo mondo, che forse non lo sia nemmeno Lui?”
La bambina sollevò la terza carta, il Cuore, ossia il Presente. Insieme alle due altre carte disposte verticalmente componeva il Cardo, e rivelava la dimensione del Tempo.
“Ora svelami il Cuore del Crocicchio. Ah! Ecco…banale…la Morte rovesciata. Forse la sola cosa che già sapessi. Ovviamente, la falce non punta verso di te, piccola cara, ma verso di me, quindi non devi temere. Ma posizionata in corrispondenza del Cuore, la Morte rovesciata ci dona un indizio ulteriore, grandioso e sinistro. Vedo una vita innaturalmente lunga, lunghissima. E la cosa incredibile, dato che la cesura rispetto al Bagatto è posta in adiacenza, è che la fonte di tale forza vitale non è di origine magica. Che possa essere nato così? Di stirpe infernale, o draconica? Quello che mi dici, bambina mia, è che Egli ha letteralmente i secoli davanti a sé, per portarci rovina e distruzione…ah ah ah! Come se noi potessimo dire lo stesso! Volentieri gli farei il dispetto di morire prima, ma so che Egli non me lo consentirà, ha già siglato il Negozio Oscuro recante il mio nome.”
La donna iniziava a trasalire, non le era mai riuscita una lettura così nitida, nemmeno con le altre povere ragazze. Larissa si era fatta sempre più debole negli ultimi giorni, ma la potenza del suo sangue non era mai stata tanto grandiosa e rutilante! La sua padrona stava finalmente iniziando a capire chi fosse il suo avversario. L’ebbrezza del momento era palpabile, ma con essa saliva, come un serpente dalle viscere, la piena coscienza di avere i giorni contati. Non si trattava di un banale assassino prezzolato, ma di qualcosa di più. Tale scoperta, quasi in modo isterico, in parte la lusingava, come se la certezza di una simile imminente morte fosse stato il degno coronamento di una vita importante e ben spesa, per la famiglia e la dinastia.
Larissa sollevò la quarta carta del Decumano. Oramai era entrata in piena sintonia con la sua padrona, sapeva quando interrompere i suoi pensieri, come un automa, o una di lei estensione fisica e mentale.
Il Diavolo rovesciato. C’è un Grande Corruttore all’opera, in antitesi, o collaborazione…? con il Mago. Però è rovesciato, quindi non è stato accolto, ma rifiutato. Il Diavolo è lontano dall’Imperatrice, il che mi suggerisce una divinità opposta a quella di lei, per allineamento e principi morali. Colgo abbastanza nettamente che Lui dovrebbe appartenere al Diavolo, ma non è così, perché’ Lui non ha fede, in nessun dio. È un’anima malvagia senza patrono, quindi destinata alla Distruzione. Il fatto che non tema tale ultima e solenne evenienza, mi conferma quello che suggeriva il Cuore, non si prepara alla morte perché’ la sua vita…è eterna. Circa il Grande Corruttore, ho capito di chi si tratti, ma non pronunzierò il suo Nome, né qui né ora.”
La quinta carta, l’ultima del Decumano, venne svelata, in un silenzio gravido di scoperta.
“La Torre. Molto male, è un tarocco difficile ed ambiguo e questo significato mi è più oscuro. Può essere legato ad un episodio della Sua vita, più o meno recente. Ha affrontato in passato i perigli di una minaccia, forse magica, nel suo percorso di potere. La Torre è devastata e scoperchiata sulla sommità, quindi ha portato morte e calamità a qualcuno di potente. Oppure, l’interpretazione è totalmente metaforica, e la Sua vita è incardinata in una gerarchia rigida e spietata, una setta o un’organizzazione, il cui scopo ultimo è la rovina. Non riesco a vedere a che altezza sia giunto, molti gradini sono rosso sangue, altri diroccati. In diversi punti della Torre, i gradini non esistono, è richiesta una prova di coraggio o un atto di fede…ma quale fede è mai possibile per Lui? Sono stanca…”
La Vecchia appoggiò con forza la mano sulle carte, come a coprirle. Larissa, quasi istintivamente, ritrasse le proprie mani, come attendendo una punizione, che nei giorni scorsi non era tardata ad arrivare. La tentazione della donna fu di sparigliare le carte, un solo tassello mancante avrebbe inficiato tutta la lettura…eppure…le intuizioni stanotte erano state poderose. Esisteva una chiave di interpretazione, un percorso oscuro da seguire, e forse, chissà, una piccola scintilla di salvezza. Necessitava del Suo Vero Nome, solo allora sarebbe riuscita ad imbastire una qualche difesa.
“Larissa…il Cardo. Il Passato ed il Futuro. Svelale contemporaneamente, come ti ho insegnato. Fai presto, perché’ la mia energia sta venendo meno, e non riesco più a vedere con chiarezza.”
Con consumata perizia ed inusuale rapidità, la bambina eseguì.
“Il Matto ed il Mondo rovesciato. C’è la follia nel suo passato, come un burattinaio crudele che tende i fili e, comprensibilmente, uno iato, un momento traumatico, che ha mutato l’uomo in un mostro. C’era qualcosa, nella Sua mente, che influenzava il suo agire, ma quel qualcosa è scomparso, oramai da molti anni. Forse Egli nemmeno ne ha più memoria. Di cosa si potesse trattare, non riesco a farmene un’idea. Forse un principio morale, una reminiscenza di qualcuno o qualcosa di buono, o un blocco inconscio nei suoi ricordi. Esisteva un dialogo, teso sul filo rosso della pazzia, ma quel filo si è spezzato e tale passato è stato in massima parte obliato. Ora la tensione è verso il Futuro ed il Mondo rovesciato mi suggerisce il caos e l’anarchia: egli non ha reale potere, ma ha dalla sua parte il Tempo ed è quella la sua chiave per svellere gli equilibri. Il Matto mi suggerisce però l’assenza di un disegno preordinato, egli è ostaggio di decisioni semplicemente basate sul capriccio…persino sulla noia. Incredibile come un simile potere sia andato a concentrarsi in un essere tanto meschino e riprovevole, gli stessi talenti donati ad una persona diversa avrebbero potuto creare un essere luminoso, o un grande condottiero in questa epoca incerta.”
La donna tirò un profondo sospiro, quasi a recuperare dallo sforzo, strizzò gli occhi e li puntò sulla bambina: un rivolo di sangue colava dal naso della piccola, che per il resto era impassibile ed immobile.
“Adesso cosa hai? Che…”
Il volto della donna ebbe una contrazione, e sentì un fiotto caldo salirle alla gola, e iniziarle a colare dagli angoli della bocca. Una sensazione di terrore la colse. Lo sguardo corse alla brocca, ma come poteva essere…poi si guardò le mani, erano coperte di sangue. Non il suo, quello di Larissa.
“Piccola bastarda…io…”
Ma il grido le morì in gola e si piegò in due, riversandosi sul morbido tappeto che faceva da pavimento alla tenda. La bambina non avrebbe comunque potuto sentirla, era parimenti crollata davanti a lei, esanime. Seguirono alcuni minuti di orrore, rantoli e gorgoglii, poi tutto fu silenzio.
Nessuna delle guardie entrò nella tenda, né avrebbero potuto, i loro corpi giacevano da circa un’ora nell’oscurità, ai margini dell’accampamento di fortuna. Passarono alcuni minuti, l’alba si stava avvicinando, ma il buio era ancora totale. Qualcuno scostò con delicatezza l’ingresso della tenda, e con passo fermo e quieto, si spinse all’interno. Nessuno lo vide, né lo sentì.
L’assassino aveva compiuto la sua missione, la sua setta ed il suo committente ne sarebbero stati appagati, mentre un tassello importante della politica interna dell’Impero di Korns era stato appena distrutto. Indugiò un attimo sul corpicino di Larissa, avrà avuto sei anni, sette al massimo. Non provò assolutamente nulla.
Solo, stese una mano e prese le carte, totalmente indifferente al veleno e ne estrasse un’ultima dal mazzo. La lettura dei Tarocchi dell’Impero prevedeva il Decumano ed il Cardo, sette carte. Nella tradizione della Confederazione di North Tilank se ne usava un’ottava, detta la Chiave di Volta.
Guardò la carta e sorrise: gli sembrava giusto firmare un lavoro così ben fatto, che si spargesse la paura, che i potenti tremassero sui loro troni, che i miserabili provassero l’angoscia della Morte nei loro luridi buchi. Se vi era una taglia, nessuno sarebbe stato risparmiato, nessuno avrebbe ricevuto pietà.
Posò la carta sul tavolo e in pochi istanti nella tenda non ci fu più nessun essere vivente, ma solo Terrore e Silenzio.
Il tarocco era l’Eremita. Secondo alcune tradizioni, anche chiamato il Saggio. Secondo altre, il Custode della Morte.